Free to read and publish on the web

Dalla parte di Pinocho
Un sole rosso, spesso come nubi di zanzare assetate di sangue, lentamente fa capolino dietro la linea piatta dell'orizzonte pampeano, il suo movimento e la chiara manifestazione che il tempo non si e fermato, ma ha solo rallentato il suo corso. Tinge di rosso con i bordi gialli le svogliate nubi che si disegnano nel fondo di uno scenario campestre e i suoi bagliori, uscendo dalle nubi come fasci luminosi emanati dallo spirito ultraterreno che governa questo mondo e forse altri ancora, si spandono per il cielo in uno spreco di grandiosita, per il poco pubblico disponibile. Il tempo, come una lucertola al sole, si muove indolente tra le nebbie mattutine, l'assenza totale di vento e la presenza di miriadi d'insetti. Le mucche agitano la coda pigramente e se non fosse per questo movimento quasi involontario, si direbbero statue di carne e ossa e corna. Ogni tanto allungano il collo in avanti, preparando cosi lo strumento musicale, lanciano muggiti di saluto al nuovo giorno che si perdono come ululati di lupi affamati. Una coppia di Teros vola, lanciando in aria quel verso sgradevole e lacerante che li caratterizza, disegnando linee di volo acrobatiche che servono solo a distrarre l'attenzione dal punto dove hanno nidificato. Gli aironi, con il loro piumaggio bianco, sembrano dipinti negli specchi d'acqua stagnante, riempiendo la campagna di un suono breve e acuto. Una volpe attraversa cauta una strada sterrata che divide i campi coltivati, sparendo dentro le alte fila dei fusti del granoturco. Su di un palo una civetta, grigia con sfumature bianche, muove, quasi fosse un robot, solo la testa, nelle diverse direzioni. La giornata si annuncia calda fin dal primo mattino, fin dal giorno anteriore, gia dalla settimana prima, senza piogge e appesantita da un'umidita appiccicosa, di quelle che incollano le magliette al corpo.